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Informazioni personali

giovedì 30 maggio 2013

OSTEOPOROSI - La miglior prevenzione e la miglior cura sono NO al latte/latticini e NO alle proteine animali!

L'Osteoporosi viene definita come "una malattia sistemica dello scheletro, caratterizzata da ridotta massa minerale e deterioramento microstrutturale del tessuto osseo, con conseguente aumento della fragilità dell'osso e maggior rischio di fratture".
La mancanza di Calcio e Fosforo nella struttura ossea determina una rarefazione della struttura trabecolare delle ossa soprattutto in determinati punti (tibia, perone, vertebre), asintomatica fino al momento della frattura che può verificarsi anche in seguito a lievi traumi; ecco perchè la prevenzione ha un ruolo decisivo nel contrastare le statistiche di fratture che ogni anno affliggono numerosi adulti.
Ma, le terapie che seguono ai controlli diagnostici hanno senso? La risposta è: No se gli interventi terapeutici sono fatti con ormoni, integratori e altro; SI, se l'intervento è mirato a modificare la dieta e lo stile di vita.
Se volete leggere una montagna di idiozie potete godervele in questa pagina della LIOS; se tutto quello che c'è scritto in questa pagina fosse vero ed efficace non avremmo più Osteoporosi da trattare, invece l'Osteoporosi, non solo non è stata arrestata, bensì è in continuo aumento. Le solite associazioni che "curano" l'osteoporosi (affinchè non si estingua!).
Forse è il caso di cominciare a chiedersi perchè!
Si calcola che, nel mondo, circa 200 milioni di persone siano attualmente affette da osteoporosi. Solo in Europa, USA e Giappone, l'osteoporosi colpisce più di 75 milioni di persone. La tendenza all'allungamento della vita media e all'invecchiamento delle popolazioni, in mancanza di seri interventi di prevenzione, determinerà nei prossimi decenni un significativo aumento dei casi. Attualmente, ogni anno, in Europa e USA, si verificano più di 2.3 milioni di fratture da osteoporosi. Nel 1990, nel mondo, le fratture del femore sono state stimate a 1,6 milioni; per il 2050 se ne attendono 6,3 milioni. 
L'Osteoporosi è una delle affezioni che colpisce sia donne che uomini: il 20% di donne oltre i 40 anni e il 15% di uomini oltre i 60 anni di età. Inoltre il 40% di donne ed il 30% di uomini è affetto da osteopenia (rarefazione della massa ossea) ma solo la metà è a conoscenza del proprio stato che prima o poi culminerà in una frattura ossea.
Ognuno di noi ha una sua storia legata al latte, quello di mucca. Moltissimi di noi hanno avuto la fortuna di essere allattati dal seno della propria madre moltissimi altri purtroppo no. Ma non è del latte materno umano che ci dobbiamo occupare, bensì del latte che durante e dopo lo svezzamento ci hanno insegnato essere uno degli alimenti più benefici a disposizione per crescere più forti e sani: questo è sbagliato!
Questa è un'informazione frutto dell'ignoranza di molti: ci hanno voluto far credere che col latte vaccino saremmo cresciuti forti e vigorosi, tanto che le autorità sanitarie nel tempo hanno innalzato la RDA del Calcio (la dose giornaliera raccomandata) raddoppiandola, pensando che quanto più calcio assumiamo tanto meno dovremmo incorrere nell'Osteoporosi: invece non è così.
In America il consumo per persona di latte vaccino e suoi derivati è uno dei più alti al mondo, il che può far pensare che gli americani siano una fra le popolazioni più robuste dal punto di vista della struttura ossea; purtroppo è vero il contrario! In america si registra infatti anche un tasso molto elevato di fratture ossee nella popolazione di donne oltre i 50 anni; le percentuali più alte si registrano però in Europa e soprattutto in Australia e Nuova Zelanda dove il consumo di latte vaccino è ancora più elevato che negli USA.
Vogliamo continuare a domandarci il perchè?
Nonostante tutti i messaggi che esortano a consumare più latte ed assumere più calcio, l'osteoporosi non arresta la sua scalata lungo una salita che non si sa quando terminerà se non si prenderanno gli opportuni provvedimenti che purtroppo saranno sicuramente contrastati dalle industrie produttrici di latte e latticini.
L'argomento Osteoporosi è preso in considerazione anche in "The China Study", il bestseller di T. Colin Campbell, che riporta in maniera impeccabile il numero di studi, effettuati nel tempo, che senza ombra di dubbio rivelano una correlazione scientifica tra il consumo di proteine animali e le fratture ossee nelle donne di diversi paesi: un rapporto redatto nel 1992 dalla facoltà di medicina dell'Università di Yale riassume i dati di 34 indagini separate condotte in 16 paesi diversi e apparse in 29 pubblicazioni scientifiche certificate. Tutti i soggetti delle indagini erano donne oltre i 50 anni di età e l'impressionante dato che emerge è il tasso del 70% di fratture ossee attribuibile al consumo di proteine animali.
I ricercatori avevano spiegato anche il perchè di questa correlazione: le proteine animali più di quelle vegetali acidificano il nostro organismo il quale per difendersi deve trovare una fonte per contrastare lo stato di acidosi che non può sopportare; il mezzo per neutralizzare l'acidosi diventa il calcio che è un basificante molto efficace, e la fonte di calcio diventano soprattutto le ossa che, private del calcio, si indeboliscono e diventano più soggette a facili fratture.
Questo meccanismo era noto fin dagli anni '20: le proteine animali sono più capaci di quelle vegetali nel determinare uno stato di acidosi nell'orgnaismo umano e questo può essere fonte di numerosi malanni, tra cui l'osteoporosi.
E' stata anche dimostrata una correlazione lineare tra il consumo di proteine animali e un aumento di calcio nelle urine, il quale aumenta nell'impressionante misura del 50% in conseguenza ad un raddoppio del consumo di proteine animali; ciò conferma che una rimozione del calcio dall'organismo è una conseguenza diretta di una dieta a base di proteine animali.
La pubblicazione più recente è invece quella dell'Università della California, nel 2000, basata su 87 indagini condotte in 33 paesi diversi: sono stati confrontati il consumo di proteine animali e vegetali in rapporto alle fratture ossee; il risultato di questo studio multinazionale è veramente straordinario perchè si vede chiaramente che il consumo di proteine vegetali è associato alla totale sparizione delle fratture ossee osteoporotiche.
Altri importanti studi vengono citati in "The China Study" con dovizia di particolari bibliografici che non lasciano dubbi sulla serietà dei riferimenti; uno di questi è uno studio condotto a livello nazionale negli USA, su gruppi di donne dai 65 anni in su che avevano consumato per 7 anni diete diverse nel rapporto tra proteine animali e vegetali; il risultato è stato che le donne che avevano consumato più proteine animali avevano avuto un tasso di fratture ossee circa 4 volte superiore a quello delle donne che, pur avendo consumato più proteine vegetali, avevano mantenuto un consumo di proteine animali del 50% rispetto al loro consumo totale. Figuriamoci se avessero consumato una dieta vegetariana!
Il confronto fra le diete alimentari dove il consumo di proteine animali è nettamente superiore a quello di proteine vegetali e diete dove invece il consumo di proteine è invertito, porta inevitabilmente a dati di incidenza delle fratture ossee che arrivano al 99% in meno! Straordinario vero?
Nonostante tutto ciò, nel mondo occidentale si pubblicizza ancora che i latticini sono una necessità giornaliera per rendere forti le nostre ossa, soprattutto in gravidanza e durante l'allattamento.
Uno studio condotto in 10 paesi ha dimostrato che la quantità di Calcio assunta nella dieta o con integratori è associata ad un aumento delle fratture ossee (la maggior parte del calcio è stata comunque assunta come prodotti caseari piuttosto che integratori).
Il meccanismo di questo effetto lo si riscontra in una incapacità dell'organismo di regolare il bilancio tra assorbimento ed escrezione del calcio, azione normalmente esercitata dall'ormone Calcitriolo (una forma attiva di Vitamina D che regola la quantità di calcio da assorbire dagli alimenti e quella da espellere e fissare nelle ossa); ciò sarebbe una conseguenza di una assunzione, ripetuta nel tempo, di alte quantità di calcio che manderebbe in tilt questo meccanismo di regolazione.
Dunque, le proteine animali ed il calcio sono i due principali imputati legati alle fratture ossee osteoporotiche; guarda caso i latticini sono ricchi di entrambe questi elementi nutritivi.

Un indice ritenuto importante per diagnosticare la salute delle ossa è la Densità Minerale Ossea (DMO, in inglese BMD = Bone Mineral Density; determinata mediante la Mineralometria Ossea Computerizzata = MOC).

Da quanto si evince sopra è il rapporto fra proteine animali e proteine vegetali assunte con la dieta l'indice predittivo della possibilità di incorrere in fratture osssee osteoporotiche; la DMO non è stata significativamente associata a questo indice, ciò significa che non è un esame predittivo per le fratture ossee da ospeoporosi. Per dirne una: nei paesi in cui la DMO è inferiore rispetto ai paesi "occidentali", si è verificato che anche il tasso di fratture ossee è più basso.
Per concludere si possono dare i migliori suggerimenti per ridurre il rischio di Osteoporosi:
1) Alimentarsi con una grande varietà di cibi vegetali naturali ed evitare cibi di origine animale compresi i latticini (il calcio si trova in quantità sufficiente anche in moltissimi alimenti vegetali come i legumi e le verdure a foglia);
2) Fare attività fisica in maniera costante e frequente (ci sono mille modi per farlo ed anche divertenti; sfruttare anche le innumerevoli possibilità di evitare le comodità nella vita quotidiana, come usare l'ascensore anzichè salire le scale a piedi)
3) Evitare i cibi raffinati (che sono stati depauperati degli elementi nutritivi minerali come il calcio contenuti invece negli alimenti integrali).
Ne abbiamo abbastanza per dire ancora una volta che la verità anche sull'Osteoporosi è qualcosa che va ricercata al di fuori dei "media" dell'informazione, della scienza convenzionale e dell'industria alimentare. Se queste verità non verranno largamente rese pubbliche e sostenute dall'informazione alle popolazioni fin dall'età scolare, il trend di salita dei numeri di fratture da osteoporosi non vedrà mai il culmine.

Personalmente non ci credo che si riuscirà in poco tempo a raggiungere tale obiettivo: nel mio piccolo io mi dò da fare affinchè avvenga quanto prima.




lunedì 27 maggio 2013

I 5 riti Tibetani: riequilibrio energetico quotidiano per una lunga vita

I 5 riti Tibetani giacciono nel mistero da lungo tempo, potrebbero essere l'origine dello Yoga o essere nati dalle pratiche yogiche, ma è certo che i 5 riti Tibetani arrivano da lontano, nel tempo e nello spazio. Dagli altipiani Himalayani sono giunti in occidente come se fossero una leggenda; chi li ha portati nel nostro continente ha avuto il merito di farlo in modo molto piacevole ma ha commesso il peccato di non rivelare subito che ciò che ci stava proponendo non era frutto di una fantasia da scrittore di leggende ma era forse una promessa, lasciata probabilmente a qualche misterioso interlocutore orientale, di far conoscere al mondo queste pratiche energetiche straordinariamente potenti, gentili e promettenti.
I 5 riti Tibetani "promettono il risveglio dell'energia vitale e il raggiungimento del benessere del corpo, della mente e dello spirito", come scritto nella premessa del libro di Peter Kelder, ma questa promessa si esaudirà solo se siamo noi a prometterci di aver fiducia in loro e li praticheremo costantemente senza alcuna aspettativa, senza procedere forzatamente e senza tradirli mai.
I 5 riti Tibetani sono esercizi molto semplici, alla portata di tutti, e questo mi fa pensare che siano stati creati affinchè tutti potessero avvantaggiarsi dalla loro efficacia, giovani e anziani, sani e malati; si può gustare appieno ogni esecuzione e anche l'emozionante sensazione che ogni volta accompagna il praticante, ascoltando le sensazioni (segnali dei sensi) che emergono durante la loro pratica.
Per capire come questi riti possono essere utili nel mantenere un alto livello di vitalità più a lungo nel tempo, occorre rifarsi alla conoscenza dei Chakra:
da migliaia di anni i mistici orientali affermano che il corpo possiede sette centri energetici o vortici principali detti appunto Chakra, che corrispondono alle sette ghiandole endocrine che producono importanti ormoni necessari al buon funzionamento del nostro corpo. E sono proprio gli ormoni a regolare tutte le funzioni del corpo incluso il processo dell’invecchiamento. Teniamo presente che la ghiandola pituitaria inizia a produrre l’ormone della morte già al principio della pubertà, e che di conseguenza le cellule e l'organismo poco a poco si deteriorano a partire da questa giovane età; questo deve far riflettere. I vortici energetici ruotano a grande velocità. Quando tutti i vortici girano molto bene e in armonia tra di loro, il corpo è in perfetta salute. Quando uno di essi o più rallenta, si instaura l’invecchiamento e il deterioramento fisico. Quindi mantenere il movimento rotatorio dei vortici energetici principali del nostro corpo, equivale ad un modo rapido per mantenere vitalità, salute e giovinezza.
Io pratico i 5 Tibetani da più di sette anni, li ho imparati inizialmente dal libro di Peter Kelder  poi da Andrea Serena, profondo conoscitore delle filosofie orientali, buddiste e insegnante di pratica dei 5 riti che lui ha imparato direttamente dai Lama Tibetani; ogni mattina immerso nei movimenti di ogni rito riesco ad ascoltare cosa mi dice il mio corpo: se sei attento e consapevole puoi ascoltare l'energia che hai dentro e se il tuo corpo ha da dirti qualcosa lo puoi ascoltare durante l'esecuzione dei riti. A volte mi capita di sentirlo dire che "non è giornata" o al contrario che "oggi sono in forma ed entusiasta" oppure mi dice che è impegnato a combattere qualche malanno e ti ringrazia perché gli dai una marcia in più per farlo più velocemente ed in modo naturale: con la pratica costante dei 5 riti, infatti, l'energia di autoguarigione che è in ognuno di noi viene attivata. A volte alla fine dei riti ritrovi un'energia che pensavi di non avere e riparti con una giornata piena di vitalità.
Praticare i 5 riti Tibetani equivale anche a concedersi uno spazio per se stessi e con se stessi; una volta acquisita una certa confidenza con i movimenti e le fasi di riposo, quando cioè non si dovrà più pensare a cosa c'è da fare e come, essi non richiederanno molto tempo per l'esecuzione ma apporteranno benefici immediati e senza eguali.

Se li pratichiamo con la giusta concentrazione su ogni movimento, pratichiamo già una meditazione che ci porta in connessione con il nostro corpo energetico, staccandoci dalla terribile sensazione di essere in balia di forze esteriori e di una vita inconsapevole; se prendiamo consapevolezza della nostra energia interna siamo in grado anche di controllarla e ci accorgeremo che i 5 riti Tibetani ci danno una mano in questa straordinaria opportunità.
Con ognuno dei riti si applica un ritmo respiratorio che va consapevolmente associato ai suoi movimenti; mantenere la consapevolezza del respiro durante l'esecuzione dei riti aiuta a sentire l'energia che entra con ogni respirazione: il Prana, energia vitale.
E' anche possibile associare delle utili Affermazioni ad ogni rito: le affermazioni servono a orientare l'energia, e sono dei pensieri coscienti indirizzati verso esiti positivi, stimolanti e liberatori; i pensieri coscienti sono energia orientata; i pensieri sono energia e l'energia va dove va il pensiero.
Vedremo insieme ad uno ad uno i 5 riti Tibetani, così da poterli conoscere a fondo per praticarli correttamente, con il giusto respiro, con gli esercizi preparatori, con le posizioni di riposo e le possibili Affermazioni associate ad ognuno; consigli utili per iniziare a praticarli e farli amici, gli amici quotidiani che ti danno lunga vita.
In un prossimo articolo affronteremo il Primo dei 5 riti e, a seguire, tutti gli altri, dandovi anche per ognuno una dimostrazione pratica con un video così da poter capire bene di cosa si tratta veramente.
Per ora: a presto!

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domenica 26 maggio 2013

Il TRIANGOLO NERO: FARMACI sospetti o pericolosi? Studio clinico allargato e pagano i pazienti!

IL TRIANGOLO NERO è l'utlima trovata in fatto di riduzione dei costi da parte delle industrie farmaceutiche, consiste nel portare a termine gli studi clinici con risultati non completamente definitivi, ottenere l'Autorizzazione all'Immissione in Commercio (AIC, così si chiama la Registrazione ufficiale del farmaco e la possibilità di venderlo sul mercato di uno o più paesi) e ribaltare i costi degli studi clinici allargati e definitivi nel portafoglio dei pazienti, e sulla pelle dei pazienti. Ci sono dubbi sull'efficacia? Ci sono dubbi sulla sicurezza? E se qualcuno ci rimetterà la pelle o avrà danni seri alla salute per aver preso una di questi 105 Farmaci etichettati con un triangolo nero, chi pagherà i danni? Nessuno! è la risposta: diranno, "abbiamo messo il triangolo nero apposta per segnalare ogni possibile effetto collaterale, purtroppo può succedere". I medici compiacenti e i cattedratici universitari pagati dalle industrie farmaceutiche sosterranno questo e la "testa" della gente dovrà sottostare alle sentenze degli "Opinion Leaders", cattedratici famosi e di capacità indiscutibile, strapagati dalle Industrie del Farmaco per dare ovviamente pareri positivi e favore della causa. Medici!? 
Le industrie del farmaco tagliano i costi per fare più utili e li tagliano dove i costi sono molto alti come per studi clinici su pazienti; gli studi clinici costano tempo e denaro a palate e le industrie cercano di accelerare i tempi per vendere, vendere, vendere, prima possibile e più possibile per ri pagarsi i costi dello studio e sviluppo del nuovo farmaco!
Ma, mi pare che le aziende dicono che sviluppano nuovi farmaci per il bene e la salute della popolazione? O sbaglio? collegandomi in rete, ma andate a vedere cosa ho scritto ieri nel mio ultimo articolo giusto ieri.
computer e
Conosco i miei polli perchè ci sono vissuto per 32 anni nell'industria farmaceutica.
Recentemente ho anche letto su una rivista del settore articoli a dir poco abominevoli sullo sforzo che l'Industria Farmaceutica sta facendo per fare sempre più utili; il mercato è in aumento, ma si contraggono i costi concentrando le attività in pochi siti: si comprano altre aziende per avere anche i loro prodotti e poi si chiudono le aziende comprate o le "fette" che rendono meno; i lupi mangiano gli agnelli; si tagliano decine o centinaia di migliaia di posti di lavoro per fare più utili e dare i risultati finanziari in superpositivo e soddisfare le aspettative degli investitori, i Gruppi Finanziari e le Banche che investono i loro soldi per fare utili netti sulla salute, li dove il business è garantito! E questo serve per coprire i buchi che la crisi economica ti procura con investimenti in altri settori. Ma vogliono sempre di più, e questo è il gioco dell'economia dei paesi "sviluppati".
Vi faccio anche un esempio di cosa vuol dire provare l'efficacia di un farmaco per renderlo "registrabile" e vendibile come prodotto benefico e sicuro per la salute: un'azienda farmaceutica sta testando una nuova molecola (Ustekinumab, pensate che razza di nomi devono dare ad una molecola, certo, ce ne sono talmente tanti che ormai non si possono più chiamare con nomi come Aspirina!), dicevo su pazienti (quindi studio clinico, l'ultima fase per poter presentare la richiesta di registrazione per l'immissione in commercio) affetti da artrite psoriasica (neanche farlo apposta!).
I risultati che stanno ottenendo al primo "endpoint" di 24 settimane, (un primo target di tempo di assunzione del farmaco da parte dei pazienti in studio), sono i seguenti: "la percentuale di pazienti che ha ottenuto un miglioramento di almeno il 20% dei segni e dei sintomi è risultata superiore in pazienti che hanno assunto 45 o 90 mg di Ustekinumab, (il farmaco) rispetto a quelli che hanno assunto solo Placebo (= pillola senza molecola farmacologicamente attiva = acqua fresca)".
In particolare il 43,7% dei pazienti che hanno assunto il farmaco ha avuto il 20% di miglioramento, rispetto a quelli che hanno avuto lo stesso miglioramento con il Placebo (acqua fresca!) che sono stati soltanto il 20,2%.
Non so se vi rendete conto: non stiamo dicendo che tutti quelli che hanno assunto il farmaco sono migliorati mentre quelli che hanno assunto acqua fresca non hanno avuto nessun miglioramento (il che equivarrebbe al risultato di 100% contro 0%). NO, anche il 20,2% di chi ha assunto acqua fresca è migliorato! Sarà davvero efficace questo nuovo farmaco quando, e se, entrerà nel mercato (magari a caro prezzo visto che si tratta di curare una patologia oggi incurabile)?
Adesso si capisce perchè devono poi mettere i triangoli neri sull'etichetta!
Adesso si capisce perchè le malattie non si risolvono! Ma chi mai vuole che si risolvano? come farebbero a fare gli utili netti superpositivi se si risolve la malattia?
A voi la risposta.



sabato 25 maggio 2013

Psoriasi: una nuova comunità! La Libera Associazione Persone Psoriasiche. Solo cure naturali.

Nasce una nuova Associazione che si prende cura di persone che vogliono intraprendere un percorso di guarigione naturale: è da ora su Facebook.

Prendersi cura non vuol dire fare tutto al posto della persona che ha bisogno di aiuto, ma vuol dire sostenere la persona in un percorso naturale di guarigione che la porti ad essere un indipendente autore della propria guarigione per poter mantenere nel tempo la salute conquistata e non aver più bisogno di nessuno e di niente altro che di uno stile di vita appropriato alla propria persona e alla propria costituzione fisica.
Massimo Bianchessi, cioè io, autore del libro Come sono guarito dalla Psoriasi, Naturopata e ricercatore nel campo del Ben-Essere e Salute naturale, ha dato il via a questa nuova Associazione per mettere a disposizione di tutti la propria esperienza sul metodo e le conoscenze che lo hanno portato alla totale remissione della sintomatologia Psoriasica: si considera ormai guarito in quanto la remissione è avvenuta 10 anni fa e non ha più avuto nessuna sintomatologia che possa far pensare ad una latenza della Psoriasi tale da dover temere una nuova comparsa. Lo stile di vita sano e improntato sul Metodo Kousmine gli permette tuttora di ritenersi libero dalla Psoriasi con grande soddisfazione.
La Libera Associazione Persone Psoriasiche accoglie tutti coloro che, stanchi ed insoddisfatti delle cure eseguite sinora, vogliono mettersi in gioco seriamente e senza limiti per riconquistare salute e benessere senza l'ausilio di farmaci o cure farmacologiche che, nell'alleviare i sintomi solo temporaneamente, non garantiscono un risultato definitivo e portano con sè effetti collaterali non graditi.
La delusione nel constatare come le Associazioni, che si definiscono "dedite a supportare i pazienti affetti da questa patologia", falliscono miseramente nell'obiettivo per mancanza di "apertura mentale" (o farmaci o nulla!), mi fa pensare che non si raggiungerà mai veramente l'obiettivo di sconfiggere questa malattia; la stessa cosa sta succedendo da decenni con le associazioni per i vari tipi di cancro e di malattie degenerative della gioventù e dell'età senile. Forse che dietro alle associazioni ci sia qualche potere oscuro che vieta ogni accesso che possa condurre davvero alla guarigione?
La mia personale opinione è SI!
Di nuovo, se non ci fossero i malati, chi le comprerebbe le terapie promettenti che vengono smentite dall'uso sul campo (o meglio sulla pelle dei pazienti) e che vengono riproposte con altri farmaci promettenti dopo 5 anni?
Dove credete che vengano fatte in realtà le sperimentazioni di efficacia sull'uomo?
Signori miei, quando il farmaco è sul mercato, ed è pagata dai pazienti! Questo è il motivo per cui è nata la Farmacovigilanza (e per fortuna è stata inventata). 
Così come in altri stati occidentali, in primis gli Stati Uniti d'America, penso che anche l'Italia non sia esente dal lucro sulla salute pubblica: il profumo di affari che si respira quando emergono patologie delle quali non si conosce la genesi o che vengono definite "multifattoriali", attrae chi di questo ne fa un'opportunità per soddisfare i propri investitori finanziari.
Il tutto rimane protetto dal paravento della "scientificità" delle ricerche e delle proposte terapeutiche; questo è un "must", un dovere nel rispetto dell'etica con cui la "medicina" affronta ogni cosa (o dovrebbe, il condizionale è quantomeno obbligatorio!). 
Che COSA? Non dico molto, ma solo che la scientificità delle ricerche e delle proposte terapeutiche in ambito sanitario si avvale di esigui, se non inesistenti, risultati clinici per approvare un nuovo farmaco che potrà essere utilizzato dai medici nei protocolli terapeutici che naturalmente le industrie farmaceutiche sponsorizzeranno con tanto di simposi, corsi di aggiornamento e quant'altro necessario, legale e non (comprese vacanze ai Caraibi), per garantirsi gli introiti necessari al rientro degli investimenti fatti per 10 anni di studi; certo, perchè sonole ndustrie farmaceutiche che faanno formazione ai medici e scommetto che tutta la verità non la diranno mai. Senza dimenticare poi che a volte si nascondono gli effetti collaterali anche gravi emersi negli studi clinici, perchè altrimenti col cavolo che lo vendi più quel farmaco. E' storia abbastanza recente quella degli anti-COX2 antinfiammatori che hanno mietuto migliaia di vittime per questi motivi (Vittime anti-COX2), 28.000 morti d'infarto e numeri ben più alti di vittime di questa truffa (139.000).
Perché si continua a speculare sulla salute delle persone? La malvagità nasce anche dal miraggio della ricchezza, soprattutto quando il tutto è protetto dietro al paravento della "scientificità", dimenticando che la scienza è fatta dall'Homo Sapiens ma anche Homo Erroneous.
Ma tornando alla nuova Libera Associazione Persone Psoriasiche, è inutile dire che l'Associazione non ha Statuti ed altre inutili barriere al compimento di un solo obiettivo: far guarire più persone possibili con metodi naturali da questa malattia che ancora è considerata "incurabile" dalla medicina convenzionale. L'Associazione, o meglio la Comunità, esisterà solo se ci saranno le persone che si vogliono mettere in gioco: la comunità sarà fatta dalle persone.
Chiunque voglia farne parte può semplicemente entrare nel Gruppo Facebook "Libera Associazione Persone Psoriasiche" al seguente indirizzo: Libera Associazione Persone Psoriasiche ed iscriversi. Non sono richiesti dati di nessun tipo ma l'Amministratore del Gruppo ha la facoltà di accettare o meno le iscrizioni. In caso di problemi, visto che non sono molto esperto con il social network, sono disponibile all'indirizzo e-mail maxbia56@gmail.com
Non si danno soldi, non si chiede il 5x1000, non si pagano i consigli nè le consulenze anche individuali; si deve solo aver voglia di guarire e mettersi in gioco, tirando fuori tutte le proprie capacità naturali di volerlo fare. Il solo scopo del percorso è quello di ripristinare il potere di autoguarigione che è in noi e che è stato messo da parte da uno stile di vita sbagliato e ancora più compromesso da cure inadatte ad un corpo che naturalmente sarebbe in grado di guarire se non fosse continuamente maltrattato.
Le poche regole della Comunità:
Nel Gruppo non è ammesso l'anonimato, tutti devono identificarsi e non vergognarsi di nulla che li riguardi nel condividere le proprie esperienze di vita con la Psoriasi; chiedere aiuto non deve costare nulla e non deve costare nulla mettere a disposizione le proprie aspettative, i propri impegni, le proprie delusioni, le proprie motivazioni, i propri successi, la propria gioia di essere ciò che si è.
Non è ammessa l'invidia per i successi degli altri, questi devono anzi spronarti a fare di più per ottenere gli stessi risultati, perchè questo è possibile. Gioisci se qualcuno ti racconta dei suoi successi perchè vuol dire che anche tu li puoi ottenere.
E' obbligatorio il pensiero positivo per non incorrere in epidemie di demotivazione; se qualcosa non va come ci si aspettava, lasciarsi andare a pensieri negativi postandoli al gruppo, non giova a nessuno. Questo non significa sopprimere ciò che si sente e che si vorrrebbe condividere, va solo fatto nel rispetto degli altri che hanno fiducia e stanno lavorando con le stesse aspettative.

Ci proviamo insieme?

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mercoledì 22 maggio 2013

Amore incondizionato: nutrire l'anima per guarire il corpo e la mente.

L'Amore incondizionato è il sentimento primario, al di sopra di tutti i sentimenti. E' il sentimento più puro, l'unico che non ha un "opposto" ed è la fonte primaria di tutti i sentimenti.

Se dovessimo pensare ad un "tutto" ad un "Dio", dovremmo pensarlo costituito da "Amore puro" che è "incondizionato". Incondizionato significa che non ha bisogno di condizioni, nè di "se" nè di "ma"; non è legato a nessuna condizione, è "un Essenza pura", è la condizione primaria della vita, il Tutto da cui nasce tutto; ti fornisce gioia per il solo provarlo e mettere in pratica quello che ti suggerisce di fare, dove andare, con chi vivere le esperienze di questa nostra vita. La vita, che conosciamo, di cui abbiamo esperienza, è una conseguenza dell'Amore puro, incondizionato. La vita viene data per un impulso di Amore puro; chiunque sia o qualunque cosa sia a dare la vita, "Ciò" è una manifestazione di Amore puro che non necessita di nulla in cambio. Vivere senza questa consapevolezza, distolti da tutte le necessità materiali e dagli obiettivi egoici, ci porta insoddisfazione e quindi sofferenza perchè ogni volta che otteniamo abbiamo già bisogno di altro, non siamo soddisfatti, non bastano mai e ne cercherai in continuazione; questa è la condizione dalla quale nasce la malattia, intesa come disagio primario del nostro Essere e che non farà fatica a condizionare il nostro corpo.

Si sa da tempo ormai che la nostra mente è in grado di condizionare lo stato di salute del nostro corpo, e gli esperti di PNEI (PsicoNeuroImmunoEndocrinologia) sanno che tutti i sistemi importanti del nostro corpo sono intimamente collegati fra loro e si influenzano in maniera determinante a stabilire sia lo stato di salute, quando tutto funziona bene, sia lo stato di malattia, quando uno dei sistemi influenza negativamente gli altri.
Dare libero accesso all'Amore Incondizionato, lasciarlo entrare e lasciare che le emozioni che porta con sè si manifestino come gioia, pace e serenità, significa garantirci uno stato di salute,
mentale e quindi corporea, che nessun'altra medicina può dare.
L'Amore incondizionato è dare senza aspettarsi di ricevere, dare senza neanche immaginarsi che potrebbe venirti riconosciuto; tuttavia la legge di causa ed effetto ci garantisce che prima o poi tutto quello che hai dato ti ritorna sotto forma di una benefica energia, di un dono inaspettato, di un aiuto, di una guarigione, di un grazie da parte di qualcuno senza sapere perchè, di successo nel lavoro o nell'amore, ma potrebbe succedere da qui all'eternità, nella molteplicità delle tue reincarnazioni; perciò non occorre aspettarsi che qualcosa arrivi in questa vita, semplicemente dai tutto quello che puoi sotto ogni forma e sai che con questo fai felice qualcuno e carichi il tuo Karma di positività.
L'Amore Incondizionato ti apre le porte al Ben-Essere adesso e in un futuro lontano che neanche puoi immaginare quando potrà essere.

Non occorre essere dei "Volontari" per aprirsi all'Amore Incondizionato, a volte anche il Volontariato è una forma di soddisfazione del proprio ego e quindi.... non vale. Bastano anche pochi gesti ma fatti con lo spirito di Amore Incondizionato e l'energia positiva gira dentro di te e ti rafforza, e lo puoi sentire.
Questo non toglie che i Volontari veri sono persone straordinarie che danno un impulso positivo al miglioramento del pianeta, infondono energia vitale in tutto quello che fanno per gli altri e "Qualcuno" o "Qualcosa" gliene renderà merito, prima o poi.

Non servono i riconoscimenti, non servono i grazie che a volte danno fastidio a chi si dedica con Amore Incondizionato a qualcuno o a qualcosa. Quando agisci con Amore Incondizionato, non te ne accorgi nemmeno, provi soltanto un sentimento di soddisfazione e di emozione pura che non ha eguali ed il fatto di non aspettarti niente da nessuno rende ancora più puro quello che stai facendo.
Una pillola di Amore Incondizionato, anche piccole cose, quotidiane, sono il toccasana per una vita serena e piena di salute.


Gioisci di questo e vivrai a lungo.

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martedì 21 maggio 2013

Sclerosi Multipla: le cause di questa malattia autoimmune possono dipendere dall'Alimentazione?

Certo che si, ancora una volta i latticini e gli alimenti di origine animale possono essere considerati gli imputati principali della genesi della Sclerosi Multipla.
La Sclerosi Multipla (SM) è una malattia autoimmune neurodegenerativa invalidante del sistema nervoso centrale, in Italia ne sono affette 57 mila persone, nel mondo 2,5 milioni, e sono soprattutto giovani adulti fra i 20 e 40 anni, ma la tendenza è quella che nel tempo si presenterà sempre più precocemente: in Italia sono in aumento i giovani sotto i 16 anni ad essere colpiti da questa malattia.
Nel mondo ci sono circa 1,3 milioni di persone affette dalla Sclerosi Multipla, di cui 400.000 persone in Europa.
Si può leggere molto in rete sulla Sclerosi Multipla, ci sono siti convenzionali molto validi nei quali si trovano praticamente tutte le informazioni necessarie per farsi un'idea di cosa sia e qual'è lo status quo a riguardo di questa patologia. Fra questi ho avuto modo di visitare il sito LaSclerosiMultipla.net che mi pare abbia un buon livello per quantità di informazioni, ben organizzato e con una rubrica di aggiornamenti sullo stato delle ricerche
La maggior parte degli esperti riconosciuti ammette però di non sapere quali siano le reali cause della SM e tantomeno sulle possibili cure.
Li chiamo siti convenzionali perchè come tanti altri raccontano ciò che la scienza mette a disposizione, quindi informazioni che sono adeguatamente filtrate, così come fanno i mezzi d'informazione convenzionali. Non voglio mettere in dubbio la serietà di questi siti, anzi, scommetto che tutti sono in assoluta buona fede per come trasmettono, o meglio ritrasmettono, ciò che, ripeto, la scienza convenzionale vuole far sapere.
Ciò che stupisce, e forse non c'è da stupirsi, è che l'aspetto "alimentazione" è decisamente trascurato se non completamente mancante. Sembra che l'alimentazione sia sempre qualcosa che non ha mai a che fare con le malattie del genere umano, soprattutto quello occidentale.
Io che sono un cultore del Metodo Kousmine, ho iniziato 12 anni fa a imparare che qualcuno al mondo si è occupato già negli primi decenni del secolo scorso di cure della SM con un metodo che prende in considerazione in modo preponderante l'aspetto alimentare, ma non solo: il Metodo della Dr.ssa Catherine Kousmine, noto come Metodo Kousmine, di cui ho scritto molto in questo blog a partire da questo articolo . 
Ci sono però altri "illuminati scienziati" come T. Colin Campbell che stanno tentando di ribaltare le nozioni scientifiche convenzionali relative alla genesi delle "malattie del benessere" diffondendo informazioni di incredibile razionalità e valore inestimabile per il potenziale apporto che potrebbero dare all'umanità se solo fossero ascoltate o non fossero volutamente denigrate dalle lobbies industriali e scientifiche del mondo intero. Colin Campbell ha scritto un libro bestseller sull'argomento "rapporto malattie/alimentazione", The China Study dando un razionale per molte delle gravi malattie che mietono il maggior numero di vittime nei paesi occidentali. Non poteva mancare anche un rapporto sulle Malattie Autoimmuni ed in particolare sulla Sclerosi Multipla.
Già negli anni '40 del novecento uno scienziato di nome Roy Swank avviò un'indagine scientifica in Norvegia e in Canada per correlare gli effetti della dieta alla SM; questo perchè aveva notato che nei climi nordici la SM aveva una frequenza superiore. E' vero che la differenza di diffusione è notevole man mano che ci si allontana dall'equatore (100 volte più diffusa all'estremo nord rispetto all'equatore, 7 volte di più al sud dell'Australia rispetto al nord), ed è vero che questa diffusione è simile per le malattie autoimmuni come il Diabete di tipo 1 e l'artrite reumatoide. Swank riteneva che questo fosse dovuto al modo diverso di alimentarsi, con cibi più ricchi di alimenti di origine animale a elevato contenuto di grassi saturi; riscontrò che nell'entroterra norvegese dove si consumavano più latticini il tasso di SM era più elevato rispetto alle zone costiere dove è preponderante il consumo di pesce. Ha avuto la straordinaria capacità di seguire 144 pazienti per un arco di 34 anni, studiando gli effetti di questo gruppo sottoposto ad un'alimentazione a basso contenuto di grassi saturi che abitualmente sono un apporto peculiare della dieta a base di prodotti di origine animale. 

Nel percorso lungo questo studio, Swank si rendeva conto che la progressione della malattia si riduceva molto con la dieta povera di grassi saturi e che questa funzionava anche per i soggetti all'inizio dello stadio avanzato. 
Le osservazioni di Swank sono state confermate e anche ampliate da studi più recenti, ponendo sempre più l'attenzione sul latte vaccino: i dati mostrano che il consumo di latte è strettamente correlato con la SM e che non esistono interferenze dovute a latitudine, servizi medici e quant'altro; inoltre questi dati sono sovrapponibili con i dati epidemiologici di Diabete di tipo 1, altra malattia autoimmune. Anche il consumo di carne è risultato strettamente correlato ad alti tassi di SM mentre il consumo di pesce (ricco di Omega-3) con bassi tassi di incidenza.
E la genetica? Ed i virus? 
I virus non possono ancora essere definitivamente correlati alla malattia, gli studi sono ancora in corso; per stabilire la genesi dovuta ad i geni occorre sempre utilizzare l'approccio della correlazione della malattia nella popolazione migrante. Cosa succede alle persone che migrano da una popolazione ad un'altra cambiando gli stili di vita alimentare? Si è visto che queste acquisiscono le malattie della popolazione in cui si immigra e specialmente se si immigra prima dell'adoloscenza. Quindi si può dedurre che la malattia è più legata ai fattori ambientali che ai geni.
Ma gli studi di correlazione tra dieta e SM, ed anche Diabete di tipo 1, hanno utilizzato diete moderatamente ridotte in grassi saturi e ci si domanda, dati i risultati, cosa sarebbe accaduto con una dieta più strettamente legata al consumo di cibi di origine vegetale naturale.

Forse non si riesce a percepire in maniera entusiasmante qual'è il valore di questi studi e dei risultati conseguiti ma credo che se fossi colpito da SM non esiterei a darmi da fare per ribaltare il mio stile di vita verso una dieta totalmente vegana, integrale e biologica per combatterla, così come ho fatto quando ho voluto affrontare la Psoriasi 12 anni fa con il Metodo Kousmine.
A proposito, chissà se la Kousmine e Campbell si fossero incontrati e avessero messo insieme le loro conoscenze, che cosa sarebbe nato? Io non faccio fatica a immaginarlo!








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lunedì 20 maggio 2013

Colture di Riso: record di produzioni senza OGM

Leggo su aamTerranuova una straordinaria notizia.
Ormai è un risultato acquisito in oltre 40 paesi diversi che la produzione di Riso può essere incrementata di oltre il 50% con un metodo di coltura che non prevede gli OGM.
Si chiama System of Rice Intensification (SRI) il metodo per intensificare le colture di riso che che prevede metodiche naturali ed ecologiche per raggiungere straordinari risultati di produzione: si trapiantano velocemente e con molta attenzione le sementi, gli spazi tra le piantine devono essere più ampi rispetto alle normali colture, viene utilizzata molta meno acqua rispetto al metodo tradizionale, occorre aerare bene il terreno ed i fertilizzanti devono essere solo di origine biologica.

Nello stato Indiano del Bihar la produzione di risone (riso Paddy) è stata incrementata di oltre il 50% passando da una quantità di 4,6 milioni di tonnellate a 7,2 milioni; questo è stato un supporto notevole alla produzione del risone di questo stato indiano, un contributo pari al 33% del totale della produzione totale.
Quindi questo dimostra ancora una volta che è possibile soddisfare la richiesta di cibo senza far ricorso agli Organismi Geneticamente Modificati che diversamente non riescono a far aumentare le rese di produzione nelle colture. Ne abbiamo parlato nel mio articolo dedicato alle Coltivazioni Biologiche.
Questo straordinaro risultato non comporta costi maggiori e non richiede neppure che le sementi vengano acquistate dalle Multinazionali che detengono il monopolio delle sementi OGM; fa decadere inoltre lo stato di schiavitù degli agricoltori verso questi manipolatori occulti.
E' un grosso risultato sia per gli agricoltori che per i consumatori che potranno avvalersi di prodotti più salutari e soprattutto ottenuti salvaguardando l'ambiente sia dai pesticidi che dagli OGM con un vantaggioso risparmio di acqua.
Un risultato che apre la speranza che gli stati sovrani si convincano che la politica degli OGM è salutare solo per il potere delle multinazionali che non mancheranno di contrastare in qualsiasi modo questo passo importante verso la liberazione finale dal loro innaturale potere.

www.aamterranuova.it


sabato 18 maggio 2013

Cancro alla Prostata: carne e latticini alla sbarra degli imputati.

Secondo le statistiche il Cancro alla Prostata è il secondo in graduatoria, dopo quello al Polmone, in quanto a numero di morti per tumore nel sesso maschile del genere umano.
E' uno dei cancri diagnosticati con maggior frequenza: rappresenta il 20-25%  di tutti i tumori che affliggono gli uomini.
Se il Cancro al seno colpisce 1 donna su 8, il Cancro alla prostata colpisce 1 uomo su 11, ma quello che più sconforta è che il numero di nuovi malati è in aumento.


I dati che arrivano dalla Fondazione Veronesi dicono che in Italia questa patologia nel 2012 sarebbe stata causa di morte per circa 8000 persone. I carcinomi prostatici costituiscono il 20 per cento di tutte le diagnosi di tumore negli uomini sopra i 50 anni che nel 2012 si stimavano potessero essere di ben 36.000. L’incidenza della malattia è in continua ascesa: i malati diventeranno 44mila nel 2020 e circa 52mila nel 2030. Questo significa un aumento, in diciotto anni, di quasi il 45 per cento.
Il tumore prostatico non ha sintomi specifici e ben definiti. Per questo, molte volte, si arriva ad una diagnosi tardiva. I segnali che può mandare questa neoplasia riguardano soprattutto disturbi durante la minzione e problemi legati all''eiaculazione che possono però essere causati anche da fisiologici ingrossamenti della prostata. I sintomi compaiono solo se il tumore è abbastanza voluminoso da esercitare pressione sull’uretra.
Il test del PSA (Antigene prostatico specifico) è un test non altamente specifico ma usato nello screening del tumore prostatico; se il valore supera il 4 si procede ad approfondimenti diagnostici  con ulteriori sistemi per arrivare alla risposta definitiva.
Le notizie diffuse dicono che possiamo essere soddisfatti dei risultati relativi alla sopravvivenza dopo 5 e 10 anni, ma come al solito è tutto relativo, perchè se sei tra quelli che se ne sono andati capirai che razza di soddisfazione possono avere loro (se ce l'hanno ancora) o i loro parenti.
Ma perchè invece di fare pubblicità sui risultati di quello che è stato, per buoni o cattivi che siano, non si fa pubblicità su come evitare il Cancro alla Prostata? Perchè non si rendono pubblici gli studi veri con la stessa intensità con cui le Fondazioni e le Istituzioni chiedono il 5x1000? Perchè lo stile di vita che si deve seguire per ridurre al minimo o addirittura allontanare ogni possibile arrivo del cancro non viene insegnato già nelle scuole? Su quale deve essere la vera prevenzione al di là dei tanto sbandierati controlli dopo i 45 anni (e l'età limite si abbassa sempre più!)?
Questi sono i misteri occulti della scienza e della nostra società, che poi, per chi ha occhi e orecchie, forse tanto oscuri non lo sono più.
Si sa ormai che i dati scientifici mettono la dieta al primo posto per il ruolo primario che svolge nei confronti del cancro alla prostata. 


I dati sicuri indicano che ci sono differenze molto grandi nei tassi di cancro alla prostata in rapporto ai diversi paesi; i tassi sono elevati soprattutto nei paesi che adottano diete e stili di vita "occidentali"; gli uomini dei paesi in via di sviluppo che adottano diete occidentali o si trasferiscono nei paesi occidentali vengono più colpiti dal cancro alla prostata.
Nella letteratura ufficiale si riscontra che la relazione più eclatante si evidenzia tra il consumo di latticini e carcinoma prostatico: chi consuma più latticini registra una possibilità doppia di incorrere in questo cancro e ha 4 volte più possibilità di metastasi o morte di chi ne consuma in quantità ridotte. 
Ben 23 studi scientifici hanno correlato i consumi di proteine animali (carne, latticini e uova) ad un maggior rischio di carcinoma prostatico; 1 studio associa morte per cancro alla prostata e consumo di proteine animali (carne e latticini); 6 studi rivelano questa correlazione soprattutto negli uomini anziani.
Insomma, ancora una volta il consumo di proteine animali è associato al cancro. Cosa serve ancora per fare di queste conoscenze una base di insegnamento?
Vediamo ancora qualcosa di interessante: uno dei meccanismi studiati per dare un razionale ai dati scientifici di cui sopra si appoggiano alla presenza di un fattore di crescita cellulare (IGF-1) i cui livelli nel sangue aumentano quando si consumino cibi di origine animale; si è dimostrato che chi ha livelli di IGF-1 superiori alla norma, ha un rischio 5 volte superiore di sviluppare cancro alla prostata.
Esiste anche una proteina che ha il compito di disattivare l'IGF-1: ebbene chi ha bassi livelli di questa proteina affronta un rischio di 9,5 volte superiore di sviluppare questo cancro.
Un ulteriore meccanismo è legato invece alla Vitamina D, o meglio ad una forma "superattiva" di questa vitamina, una molecola che avrebbe la capacità di controllare il cancro, le malattie autoimmuni e altre patologie; le proteine animali avrebbero la tendenza a bloccare la produzione di Vitamina D superattiva ed un persistente basso livello di Vitamina D risulterebbe in cancro.
In più si sa che un apporto costantemente alto di Calcio crea un ambiente in cui il livello di Vitamina D superattiva diminuisce.
Se ci domandassimo quali sono gli alimenti che contengono proteine animali e calcio insieme, dovremmo rispondere: i latticini.
Cari Signori medici, avete in mano un potenziale immenso per fare prevenzione vera sul cancro con i vostri pazienti; qualcosa o qualcuno vi dice di non farlo perchè questo provocherebbe troppi danni all'industria delle carni, dei latticini, dei sistemi sanitari che consumano terapie farmacologiche e chirurgiche, fregandosene dello sfruttamento degli animali e anche del ben-essere della gente che dovreste curare.
Mettetevi una mano sulla coscienza e all'insaputa di tutti quelli che vi dicono di non farlo, sussurate nell'orecchio dei vostri pazienti: "non mangiare più carne e se ti piace il sapore del formaggio goditene solo un piccolo pezzo di tanto in tanto e ci vedremo alla festa dei tuoi 100 anni!" 

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mercoledì 15 maggio 2013

Angelina Jolie: l'inutile mastectomia per un'altrettanto inutile sicurezza. I suoi geni sono davvero così pericolosi?

Angelina Jolie si è fatta fare una mastectomia totale. I suoi geni sono davvero così pericolosi?
Un inutile atto di prevenzione che non risolve il problema. Nel mio articolo Cancro al seno: la verità nascosta sulla vera pervenzione che ho pubblicato giusto pochi giorni fa, sottolineavo l'inutilità di questo intervento in senso preventivo riportando le seguenti informazioni tratte da "The China Study", il bestseller di Colin Campbell che riporta un colossale studio sul rapporto fra Alimentazione e Malattie.

Che dire dell'aspetto genetico relativo al cancro al seno? Si sa che ben 2 geni sono stati scoperti essere una potenziale causa del cancro al seno nel momento in cui subiscono una mutazione, e si sa che questi geni sono trasmissibili di generazione in generazione, sono quindi ereditari. Questa informazione va però alimentata con un'altra informazione altrettanto degna di considerazione: solo lo 0,2% del totale della popolazione è portatore delle forme mutate di questi due geni, quindi è altrettanto vero che un'esigua percentuale di cancro al seno può essere attribuita a cause genetiche. Va tenuto in considerazione poi che, affinché questa malattia si manifesti, i geni devono essere "espressi" (nel nostro patrimonio genetico abbiamo una dotazione innumerevole di geni che però non si "esprimono", cioè non viene tradotta in pratica l'informazione che portano in sé, sono come "dormienti"). Quindi il fatto di avere questi 2 geni non significa che il cancro al seno si svilupperà. Si sa tuttavia che l'alimentazione ha un ruolo nell'attivazione di geni dormienti, ed in particolare un'alimentazione ricca di proteine animali. I test per l'individuazione dei geni del cancro al seno non possono quindi essere considerati un atto di prevenzione.

Le possibilità che il cancro si manifesti sotto altre forme ed in altre aree del corpo, a seguito di Alimentazione sbagliata e Inquinanti ambientali, è molto più alta della minuscola possibilità che Angelina aveva di manifestare il cancro al seno. In poche parole, ha voluto eliminare una parte del suo corpo che solo per una minima possibilità di manifestazione dei geni che possiede avrebbe potuto farla ammalare di cancro, che peraltro risulta essere uno dei tumori più curabili con un'attività di prevenzione mirata a svelarne lo sviluppo nelle sue prime fasi di crescita.
Adesso che non ha più il "suo seno" si sente ancora donna , dice Angelina, (su questo non c'è dubbio) ed anche più forte di prima! Certo immagino sia difficile prendere una decisione del genere, ma penso sia più difficile restare quella che si è e vivere uno stile di vita più consono all'essere umano dove un'attenta e consapevole dieta può tenere lontano ogni tipo di cancro.
Forse questa informazione non è alla portata di tutti, ma basta addentrarsi nelle pagine di un solo libro "The China Study" e si può facilmente accedere alle verità nascoste che stanno dietro a questo tema.
Ma, cara Angelina (senza nessun augurio ovviamente, ma purtroppo sono cose che capitano frequentemente), ma cosa ti accadrebbe dal punto di vista psicologico se col passare del tempo ti dovessero diagnosticare "la malattia" ad esempio al Colon? Certo, sappiamo che i soldi non ti mancano e non diresti neanche "ca..o! con tutti i soldi che ho speso per il seno, proprio qui mi doveva venire?!
Avresti potuto farlo senza dire nulla? Sai a volte certe cose fanno anche dire alla gente "ma quella è proprio fuori di testa!" Oppure "sono sempre i ricchi che si possono salvare con i loro soldi!" o acnora "non sanno più cosa fare per mettersi in mostra!".
Io spero che nessuno ti invidi perché non c'è nulla da invidiare. Mi viene invece di pensare se mai ti sia passato per la testa "non lo faccio perché credo che l'essere umano non può ridursi in questo modo amputandosi volontariamente una parte del corpo per non farla ammalare. I miei geni del cancro se ne possono stare li a dormire per sempre, io da ora in poi cambio stile di vita, non mangio più proteine e grassi animali e così ho risolto il problema del cancro, e non solo del cancro al seno". Angelina, hai anche due braccia, due gambe, una testa (forse), dei visceri, .... e allora?
Quello della Jolie non è un esempio da imitare (difficile anche per i costi!) e va scoraggiato sotto tutti i punti di vista, incoraggiando invece un nuovo stile di vita con un'alimentazione ricca di cibi di origine vegetale e naturali, ricchi naturalmente di fibre, vitamine, minerali, oligoelementi, e tante sostanze naturalmente utili a mantenere l'integrità del corpo, della sua biochimica e della sua fisiologia, con una naturale capacità di autoguarigione.
A questo punto spero che Angelina non scopra mai il libro di Colin Campbell perchè potrebbe venirle da dire: o Gesù mio, avrei potuto spendere solo 15$ e avrei risolto! Non diciamole che esiste altrimenti le viene un esaurimento nervoso!
Auguri di lunga vita Angelina!

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martedì 14 maggio 2013

Diabete: sconfiggiamolo con un nuovo stile di vita

Come promesso alla fine del mio articolo sul Diabete e le responsabilità sociali del 12 Maggio 2013, riprendo l'argomento relativo a questa malattia per approfondire gli aspetti della genesi e delle possibili cure naturali in contrapposizione a quelle convenzionali.
Le ricerche relative al rapporto tra il Diabete e l'Alimentazione sono iniziate almeno 70 anni fa e da subito i risultati promettevano un rapporto diretto tra questa malattia e gli aspetti nutrizionali delle popolazioni studiate: le abitudini dietetiche ricche di grassi erano sempre associate ad alti tassi di Diabete, mentre quelle ricche di carboidrati, ovvero ricche di prodotti di origine vegetale,

erano associate a bassi tassi di Diabete e di morti a causa di questa patologia. A distanza di 30 anni, ulteriori ricerche hanno confermato che le diete ad alto contenuto di carboidrati erano associate a bassi tassi di Diabete, ed approfondendo gli aspetti nutrizionali relativi alle diverse popolazioni di uno stesso continente verso quello Asiatiche è stato associato l'elemento "Diabete" a quello "sovrappeso": chi seguiva un tipo di alimentazione più occidentale aveva più alti livelli di colesterolo a sua volta associato ad alti livelli di Diabete. Un passo successivo è stato fatto studiando i dati epidemiologici all'interno della stessa popolazione, o meglio di uno stesso gruppo: gli Avventisti del 7° giorno sono vegetariani per motivi religiosi ed il 90% non consuma latticini; invece il restante 10% consuma ancora latticini. Il non mangiare carne ha salvaguardato questo gruppo religioso dai danni provocati dal Diabete e all'interno del gruppo sono risultati meno sani coloro che, pur essendo vegetariani, continuavano a consumare latticini (proteine e grassi animali). I risultati di numerosi altri studi hanno portato alla conclusione che gli alimenti naturali di origine vegetale ad alto contenuto di fibre proteggono dal Diabete, mentre i cibi di origine animale ad alto contenuto di grassi e proteine lo promuovono.
Colin Campbell, autore del libro "The China Study " bestseller mondiale che riporta lo studio più completo mai fatto sull'alimentazione ed in particolare questo argomento più approfondito, ci tiene a sottolineare che gli "studi osservazionali" o "un'associazione osservata" come anche quella tra Diabete e Alimentazione, per quanto frequente, può essere accidentale.  
Esistono tuttavia le ricerche "controllate" che implicano il cambiamento della dieta di persone già affette da Diabete conclamato di tipo 1 o di tipo 2 o con lievi sintomi diabetici.
C'è stato uno studio di relazione tra Diabete e Dieta fatto da uno dei più rinomati scienziati che si occupa attualmente di questo problema, James Anderson che ha applicato una dieta a base di cibo di origine vegetale naturale, ad alto contenuto di fibre e basso contenuto di grassi a pazienti affetti da Diabete di tipo 1 ed un egual numero di pazienti affetti da Diabete di tipo 2 (nessun paziente in sovrappeso). Sappiamo che il Diabete di tipo 1 difficilmente lascia prevedere un ritorno alla normalità: l'Insulina infatti (ormone che permette l'assorbimento del Glucosio da parte delle cellule) è mancante perchè il Pancreas endocrino non è funzionante. Ebbene, dopo tre settimane di dieta i pazienti Diabetici di tipo 1 sono stati in grado di diminuire del 40% la quantità di Insulina che erano costretti ad assumere; la parte più strabiliante è che i pazienti diabetici di tipo 2 sono stati in grado di interrompere le cure a base di Insulina nel giro di poche settimane.
Anche l'attività fisica è importante!
Un altro studio fatto su pazienti diabetici ai quali fu somministrata una dieta vegetariana a basso contenuto di grassi assieme ad attività fisica ha portato ad un risultato di elevata entità: l'85% dei pazienti ha potuto sospendere l'asunzione di farmaci nel giro di poco più di tre settimane, ma ancora più confortante il fatto che la dieta vegetariana protratta nel tempo rende perdurabile il suo effetto sul diabete.
Da notare che è stato dimostrato anche che l'assunzione di integratori di fibre non ha avuto lo stesso effetto della dieta vegetariana ricca di fibre naturali.
La ricchezza di studi effettuati che hanno portato a dimostrare che la dieta e l'attività fisica possono incidere notevolmente sul Diabete, non mette dubbi sul fatto che si possa ragionevolmente affermare che il Diabete può essere sconfitto, sia in termini di riduzione del numero di nuovi pazienti, sia in termini di drastica riduzione dei pazienti già diabetici.
Anderson dice che "diete che forniscono il 70% di calorie sotto forma di carboidrati e fino a 70 g di fibre al giorno, permettendo al massimo 30-60 g di carne al giorno, sono quelle che danno i maggiori benefici di salute ai pazienti affetti da Diabete. Immaginiamoci cosa potrebbe fare una dieta puramente vegetariana a base di cibi naturali.
Ma tutto ciò comporta la cosa più difficile che si possa immaginare per un individuo: cambiare il proprio stile di vita.
Così come è successo a me, che cambiai completamente il mio stile di vita quando decisi che era ora di guarire dalla Psoriasi , penso che ne possa valere la pena!

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domenica 12 maggio 2013

Diabete: la responsabilità sociale dell'esplosione di questa vera e propria epidemia.

Il simbolo del Diabete
Quasi 300 milioni di persone nel mondo sono affette da Diabete.

Nel 1985 erano 30 milioni; le cause che negli ultimi 50 anni hanno determinato l'esplosione di questa malattia devono essere "identificate" e fermate al più presto!
Per il 90% si tratta di Diabete di tipo 2 o Diabete Mellito (D2), una forma che compare in età adulta, a differenza dal Diabete di tipo 1 (D1) che affligge la popolazione giovanile fin dall'età pediatrica. Le due forme di Diabete si equivalgono nella manifestazione dei valori di Glicemia (livelli di glucosio nel sangue) superiori ai limiti ma si differenziano per le modalità con cui questo sintomo si genera. Il D1 deve la sua genesi alla distruzione delle Cellule di Langerhans del Pancreas endocrino, le cellule che producono l'Insulina (l'ormone che permette l'assorbimento del Glucosio da parte delle cellule del corpo); normalmente ciò accade per un processo di autodistruzione che il nostro organismo mette in atto, facendo del D1 una malattia autoimmune; il D2 invece si manifesta a seguito di una sorta di resistenza che si instaura nei confronti dell'Insulina, con il risultato che questa non riesce più, o riesce meno, ad esercitare la sua azione a livello cellulare nel promuovere l'assorbimento del Glucosio. La differenza quindi sta nel fatto che nel D1 non c'è Insulina perché non viene prodotta, nel D2 l'Insulina c'è ma non riesce a svolgere la sua attività.
Oggi la manifestazione del Diabete in età pediatrica si presenta sempre più come di tipo 2 perchè questo tipo di Diabete è sempre associato come disfunzione metabolica legata all'Obesità. 

Il numero dei bambini obesi è in straordinario incremento anche in Italia e credo che in questo campo stiamo acquisendo qualche primato: le stime del Ministero della Salute sono che in Italia i bambini tra i 6 e gli 11 anni con problemi di eccesso ponderale siano ben 1,1 milioni. Il 12% dei bambini risulta infatti obeso, mentre il 24% è in sovrappeso; più di un bambino su tre ha un peso superiore a quello che dovrebbe avere per la sua età. Questo comporta il fatto che stiamo preparando una generazione di futuri Diabetici che avranno a che fare, oltre che con tutti i problemi legati alle modalità con cui si devono gestire i livelli di Glucosio nel sangue, anche e soprattutto per le conseguenze che i livelli alti di Glucosio nel sangue prima o poi portano con sé, tra cui malattie cardiache, ictus, retinopatia diabetica, insufficienza renale che può richiedere dialisi e scarsa circolazione sanguigna negli arti che può portare ad amputazioni. Tutto ciò porta grande sofferenza e disagio a chi ne è affetto ma occorre anche pensare ai costi della sanità legati alle conseguenze del Diabete sopra elencate, perchè sono tutti eventi importanti che hanno costi elevati di gestione da parte del sistema sanitario e dell'assistenza pubbliche. Il rischio è che i costi siano così elevati che non si riesca più a garantire a tutti un'assistenza pubblica tale da gestire adeguatamente ognuna delle conseguenze del Diabete. Per portare un esempio, negli Stati Uniti il costo annuo del Diabete supera i 130 miliardi di dollari.
E' ormai un dato di fatto che l'alimentazione gioca un ruolo primario nello scatenamento del Diabete: ma, mi domando, se si conosce la causa, perchè non si riesce a porvi rimedio?
Ho una risposta nel cassetto che, come al solito, ci coinvolge in un lavoro di consapevolezza e di una presa di posizione che normalmente non siamo in grado di mettere in pratica, sia come genitori soprattutto, come educatori in secondo luogo ma anche come gestori di una società che soffre di troppo pressapochismo; l'industria alimentare ha le sue colpe da scontare ma nessuno riesce o (meglio) vuole fermare la disastrosa valanga mediatica che permette alla pubblicità di invaderci quando viviamo inconsapevolmente davanti ai messaggeri mediatici come TV, radio, giornali, riviste, ecc. Nessuno ferma le comunicazioni "delittuose" che vengono passate da questi mezzi di comunicazione e che mettono a rischio la salute della popolazione. Persino alcune riviste, spesso allegate periodicamente ad altre, riviste che si presentano come dispensatrici di argomenti di salute e benessere, facendo credere che questo sia l'obiettivo, vendono pagine pubblicitarie a Coca Cola che cerca di convincerci che questa bevanda fa bene anche a tavola. 
La Coca Cola è una delle responsabili dell'epidemia diabetica che sta colpendo il mondo, con al primo posto l'America, per i milioni di tonnellate di zucchero raffinato (carboidrato semplice e puro) che scioglie nella sua benvanda "vincente". Ho conosciuto persone americane che non sono in grado di vivere senza una bottiglia o una lattina di Coca Cola in mano, hanno una dipendenza maniacale o forse biochimica a questa bevanda che li porterà prima o poi in ospedale con problemi di peso, cardiaci e diabetici. Ovviamente non sto dicendo che la Coca Cola sia l'unica responsabile, perchè anche ognuno di noi è responsabile di decidere liberamente come e cosa mangiare e bere, ma occorre un ulteriore aiuto affinché qualcun altro si renda garante che non si possa fare pubblicità a ciò che è dannoso alla salute o che non si pubblicizzi in modo che il suo uso possa diventare dannoso, come il bere la Coca Cola durante i pasti.
Ma non fermiamoci qua, nel prossimo articolo parlerò molto più in profondità del rapporto fra Diabete e Alimentazione, prendendo spunto dai contenuti di "The Cina Study" il bestseller di Colin Campbell che contiene verità dimostrate in grado di sconvolgere le abitudini e la salute della popolazione "occidentale" se solo fosse portato a conoscenza di tutti.



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