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lunedì 29 aprile 2013

Aflatossine: non corriamo il rischio, ma non facciamoci neanche prendere dal panico. Allora usiamo la testa.


Aflatossine: tossine prodotte da funghi di genere diversi come Aspergillus, Penicillum e Fusarium.


Questi funghi attaccano le piante di certe coltivazioni e, sia per condizioni climatiche a loro particolarmente favorevoli, sia a causa della debolezza della pianta attaccata, crescono, si moltiplicano e per loro natura producono tossine che servono per debilitare la pianta e sfruttare i suoi nutrienti: niente di meglio delle colture intensive, dove sicuramente le piante non sono da considerare particolarmente in forza da poter resistere a questi funghi.
L'argomento Aflatossine, o più genericamente Micotossine (tradotto significa tossine dei funghi), sta avendo sempre più interesse sulla ribalta delle cronache perchè, giustamente, sono sostanze chimiche che possono potenzialmente procurare guai alla salute umana; infatti le più pericolose, le Aflatossine prodotte da un fungo del genere Aspergillus, sono state classificate "cancerogene" dall'Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro e sono stati imposti dei limiti di legge che determinano l'idoneità per l'alimento potenzialmente contaminato.
La resistenza chimica delle Micotossine le rende così stabili lungo la catena alimentare e commerciale al punto che le si possono ritrovare nelle carni e nei prodotti derivati di animali che si cibano di questi alimenti contaminati anche a valori ai limiti di legge. Le derrate contaminate e conservate nei magazzini non perdono la contaminazione dai funghi che continuano a crescere e a produrre tossine. C'è da dire che ancora molte di queste tossine (ce ne sono circa 300 tipi di versi) sono allo studio degli istituti preposti per saperne di più sulla loro tossicità nell'uomo, quindi l'argomento non si conclude con le conoscenze attuali ma credo che ci vorranno anni per arrivare a tirare delle conclusioni e trovare i compromessi per fare in modo che il pericolo sia messo sotto controllo.
La moda dell'informazione su questo argomento passerà e ne sapremo sempre meno fino al prossimo scandalo magari emergente per motivi più di cronaca che di salvaguardia della salute.
Nel frattempo occorre difendersi dal pericolo potenziale, e diretto delle micotossine, ma anche dall'attacco delle fonti di informazione.
Cosa prevedo che succederà:
1) circoleranno informazioni non vere o non complete per via dell'ignoranza e della disinformazione o per la cattiva abitudine di fare informazione sui temi alla moda senza averne le competenze.
2) chi possiede derrate alimentari che per legge devono essere certificate, per il limite analitico di Micotossina presente, prima di essere poste in commercio, visto che siamo in Italia, approfitterà della "legge della diluizione" per far rientrare nei limiti le derrate che altrimenti dovrebbe distruggere o destinare ad altri usi meno nobili (ce ne saranno sicuramente) quindi meno remunerativi. E quindi acquisterà quantità di derrate meno inquinate per riportare le sue sotto il limite almeno per il tempo di una nuova analisi, evitando la perdita economica ed i costi della distruzione.
3) visto che siamo sempre in Italia, con la corruzione si potrà far passare le derrate per buone pagando i laboratori convenzionati, oppure si faranno dei campionamenti ad hoc per non incorrere nel pericolo che si trovi il valore di micotossina fuori limite di legge.
4) si troveranno i metodi di trattamento delle derrate immagazzinate per evitare che i funghi possano crescere più del dovuto (nuove sostanze chimiche aggiunte, ma saranno giustificate dal fatto che sono meno tossiche delle micotossine, quindi più "convenienti" per la salute pubblica).
5) ci diranno che a causa del pericolo delle micotossine occorre approvare urgentemente una legge per la pratica degli OGM ed il loro utilizzo in alimentazione; ci diranno che è meno pericoloso un OGM delle Micotossine e la legge finalmente verrà approvata e ci mangeremo gli OGM. Guarda caso gli alimenti più esposti alla contaminazione diretta sono i cereali come il mais, il frumento, l'orzo, la segale e l'avena.
6) non ci diranno mai invece che le coltivazioni biologiche e biodinamiche possono resistere agli attacchi dei funghi perchè le piante sono per natura più forti e naturalmente preparate a difendersi dai funghi.
Detto questo ancora una volta dobbiamo distinguerci per capacità di ragionamento, per lucidità e capacità nell'affrontare un attacco che in realtà non sappiamo da che parte arrivi! Dai funghi o dai nostri simili che si credono più furbi?
Do immediatamente qualche consiglio per affrontare la cosa senza dimenticarci che quando non sentiremo più parlare del problema Micotossine, non significherà che il problema è stato risolto, anzi!
Ecco qua i miei consigli:
1) Non acquistare prodotti che non siano Biologici (direte ma c'è la crisi, costano di più, bla e bla solo per sentito dire: fate bene i conti e vedrete che non è così e vi prometto un articolo o anche di più per assicurarci che questo abbia senso); oltre ad essere potenzialmente meno inquinati in generale l'apporto di sostanze chimiche estranee è zero.
2) cibiamoci dei prodotti che sappiamo essere fuori dalla portata dei funghi e dalle micotossine: oltre che usare cereali biologici/biodinamici usiamo gli pseudocereali come il Miglio, il Grano Saraceno, la Quinoa, l'Amaranto, che sono ancora fuori dai grandi interessi commerciali e alcuni vengono coltivati in luoghi lontani, come l'America centrale con climi diversi. Il Riso, è naturalmente protetto per il tipo di coltivazione in acqua dove il microclima non è idoneo all'attacco dei funghi. Attenzione però, aguzzate l'ingegno perchè ci sono prodotti che apparentemente sono lontani dai cereali ma in realtà sono fatte di cereali: la Birra!
3) consumiamo legumi biologici e prodotti nei vostri territori in piccole coltivazioni.

4) evitiamo le carni e i derivati contenenti proteine animali; direte "ma cosa centra?". Uno scienziato americano di nome Colin Campbel, autore del bestseller "The Cina Study" scrive, nel suo libro, di uno studio colossale relativo al rapporto alimentazione e malattia, portando ad esempio il nesso tra Alimentazione/Aflatossina/Cancro: il risultato che viene riportato nel libro riferisce risultati di 0% e 100% di positivi (individui che sviluppano il cancro al fegato) in presenza di Aflatossina ma senza proteine animali (0%) e con proteine animali (100%) presenti nell'alimentazione. Dite che è poco? Direi di no perchè è un risultato inconfutabile. La conclusione è che le proteine animali sono la concausa di malattie importanti come il cancro, in presenza di sostanze tossiche; senza proteine animali ed in presenza di sostanze tossiche, il cancro non si sviluppa. Il mio ragionamento è: posso evitare le micotossine? Non lo so, ci provo ma non dipende al 100% da me! Posso evitare di mangiare proteine animali? Sicuramente si, dipende solo da me!
Anche in questo caso dobbiamo mettere in gioco il nostro impegno personale per riuscire a districarci tra le informazioni vere o sbagliate (ma questo è difficile saperlo) e la capacità di evitare il peggio (questo invece lo possiamo fare); d'altra parte se non ci occupiamo noi della nostra salute, chi se ne deve occupare?
Cercherò di mantenervi aggiornati su questo argomento d'attualità e se mi vengono in mente altri consigli, non mancherò di condividerli.



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domenica 28 aprile 2013

Perchè e Come ridurre lo stress del Sistema Immunitario

Ridurre lo stress del Sistema Immunitario diventa indispensabile quando si ha una qualsiasi sintomatologia che perdura da tempo. La logica che sta dietro questa mia osservazione è legata a vari motivi, non ultimi quelli che ho trattato nei miei articoli relativi alle Allergie e Intolleranze dei giorni precedenti
Psoriasi: eliminare le intolleranze è un ottimo passo verso la guarigione
Psoriasi: un passo verso la guarigione liberandosi dalle intolleranze e dalle loro cause
Allergie: perché i pazienti allergici non sono più malati cronici
ma a maggior ragione per il fatto che il Sistema Immunitario è una perfetta macchina di protezione e autoguarigione, indispensabile per la nostra sopravvivenza e va quindi conservato al massimo delle sue potenzialità.
Il Sistema Immunitario è in continuo funzionamento, anche se non ce ne accorgiamo; quindi è utile prendere consapevolezza del fatto che questo meccanismo di protezione ha bisogno della nostra attenzione perché non si usuri e abbia sempre il livello di efficienza che necessita. Questa vitalità del Sistema Immunitario può venir meno quando il Sistema è sotto stress da parecchio tempo: lo possiamo considerare un vero e proprio consumo. Dunque se già abbiamo fatto tutto quanto necessario per evitare inutili attività al sistema immunitario, legate ad esempio alle intolleranze che comportano un consumo del Sistema procurando uno stato addizionale di infiammazione, possiamo ulteriormente fare qualcosa per dargli un po' di fiato?
Certamente si.
Sappiamo infatti che ogni volta che mangiamo e iniziamo a mangiare un cibo cotto, il sistema immunitario reagisce subito con un innalzamento dei linfociti (linfocitosi); questo non accade se iniziamo il pasto mangiando cibi crudi. E' un'evidenza sperimentale, succede, si può misurare facilmente ma i motivi per cui questo succede non sono ancora ben noti; si fanno delle ipotesi ma non sono confutabili da dati scientifici perché rilevanti. Di fatto però succede e in fondo poco importa il perché: io sono del parere che questo fatto sia legato ad un processo naturale, quindi è giusto che sia così ma forse non è giusto che il solo fatto di mangiare possa comportare un lavoro ulteriore del Sistema immunitario che non dovrebbe stare attivarsi solo perché ci nutriamo; questo ci dice anche che molto probabilmente la "cottura" dei cibi è un'operazione non prevista dalla natura per l'alimentazione umana. Bè, perché dare torto alla Natura? In fondo l'uomo non è sicuramente nato con una cucina Salvarani al completo per suo uso e consumo, il fuoco lo ha scoperto nel corso della sua evoluzione e la cottura dei cibi non era prevista dalla natura (e forse neanche nel suo genoma) come mezzo per per facilitare la digestione di certi cibi che altrimenti non avrebbe potuto mangiare. Dunque, la cottura, contro natura, ci attiva il Sistema Immunitario a costo di un dispendio di energia ed un consumo dello stesso che possiamo sicuramente evitare.

Mangiare cibi crudi è sicuramente più consono alla natura umana e se iniziamo il pasto mangiando del cibo crudo come un'insalata di verdure, evitiamo di sovraccaricare il nostro Sistema Immunitario di un lavoro in più, peraltro evitabile; se prestiamo questa attenzione modificando le nostre abitudini alimentari, permettiamo al nostro corpo di risparmiare energia preziosa e di risparmiare attività immunitaria inutile, conservando il Sistema per operazioni più vantaggiose nel momento del bisogno.
Se riprendiamo le considerazioni fatte nel mio articolo Allergie: perché i pazienti allergici non sono più malati cronici dove ho introdotto il concetto di "livello di soglia" possiamo anche stabilire che probabilmente questo semplice contributo legato al cambio di comportamento alimentare, contribuisce anche ad innalzare il "livello di soglia" che è quel limite superato il quale si manifestano le sintomatologie, messe in funzione da un livello di infiammazione superiore alla nostra capacità costituzionale di sopportarlo; oppure più semplicemente abbiamo in corso meno infiammazioni dovute all'attività del sistema immunitario e quindi riusciamo a non superare il famoso "livello di soglia", fatto che comporta la comparsa di sintomi più o meno gravi.
Mangiare un'insalata di verdure all'inizio del pranzo e della cena è un'indicazione prevista nel Metodo Kousmine ed io da almeno 12 anni lo faccio ogni giorno; i risultati di questa buona abitudine sono stati notevoli in quanto il mio Sistema Immunitario ha raggiunto un livello ottimale di funzionamento, dandomi visibili segni di capacità di autoguarigione.

venerdì 26 aprile 2013

Allergie: perchè i pazienti allergici non sono più "malati cronici".

Come promesso nel mio articolo del 15 Aprile 2013 dove ho trattato il tema delle Allergie riprendiamo l'argomento facendo più chiarezza su quali sono gli interventi più opportuni per affrontare, e non più solo reprimere, le sintomatologie allergiche.
Per prima cosa occorre introdurre il concetto di "livello di soglia": ognuno di noi, in funzione di fattori costituzionali ha a disposizione uno "spazio di tolleranza" entro cui le attività del proprio sistema immuntario, quelle che creano uno stato infiammatorio, sussistono in maniera silenziosa. Non ci accorgiamo di nulla ma, sotto sotto, qualcosa porta avanti un lavoro meticoloso di odio e amore con agenti estranei che hanno a che fare con il nostro organismo. Questo non significa che ci sia in atto solo una lotta continua, bisogna invece concepire questo lavorio più come una vigilanza e una salvaguardia costante piuttosto che come un contrasto continuo con tutto ciò che è estraneo a noi; si tratta di qualcosa che rende "familiare" tutto ciò che è estraneo, qualcosa che tenta di ripristinare un equilibrio perso, che è ciò che succede sempre quando è attivo in noi un meccanismo di autoguarigione.

Tutto questo lavoro comporta, come espressione del suo successo, la cosìddetta "infiammazione" che siamo più abituati a pensare come qualcosa di negativo che di positivo; l'infiammazione la associamo ai farmaci antinfiammatori, perchè siamo abituati dai nostri medici ad occupercene in questo modo: contrastarla comunque, anche se rappresenta un segnale positivo di reazione per qualcosa che non va e che verrà ripristinato dal nostro corpo (anche perchè rappresenta un grosso business per l'industria farmaceutica che investe costantemente nella ricerca e messa in commercio di qualsiasi molecola che abbia un potere antinfiammatorio).
Il livello di soglia di cui parlavo pocanzi è quel limite superato il quale si manifestano sintomatologie disturbanti, messe in funzione da un livello di infiammazione superiore alla nostra capacità costituzionale di sopportarlo; il nostro sistema immunitario diventa troppo reattivo per la nostra capacità di sopportazione ed i sintomi si manifestano nei modi più disparati, dalle manifestazioni allergiche vere e proprie (mediate dalle Immunoglobuline E, IgE ed i Mastociti, una tipologia di cellule del sistema immunitario) a tutti i disturbi legati alle intolleranze (mediate da altri anticorpi e altre cellule del sistema immunitario).

 Tutto concorre a creare infiammazione ed è ormai accettato dall'Allergologia più moderna, che allergie e intolleranze possono essere riportate sotto controllo (assenza di sintomi) lavorando sulla totalità dell'infiammazione (anche senza farmaci) oppure, ma anche in aggiunta, lavorando sul "livello di soglia".
Il concetto è che posso abbassare il livello di infiammazione totale oppure alzare il livello di soglia, perchè è proprio quando l'infiammazione totale supera il livello di soglia che si manifestano le reazioni fastidiose che si fanno sentire con i sintomi.
Ormai gli allergologi più acuti hanno abbandonato l'uso di farmaci prescritti sempre e comunque per tutta la vita del paziente allergico, che non è più da considerare un malato cronico ma una persona che ha bisogno di riportare sotto controllo una situazione che è sfuggita di mano. L'approccio diventato obbligatorio in caso di allergia (a parte accertare quali siano gli agenti estranei, cioè gli allergeni, che la provocano) è quello di verificare qual'è lo stato relativo alle intolleranze del paziente che l'allergologo ha di fronte; ma perchè?
E' ovvio che sapere cosa altro sta provocando infiammazione nel corpo del paziente, aiuta a individuare su che cosa si deve agire per ridurre il livello di infiammazione e riportarlo sotto il "livello di soglia". Una volta in possesso di questa conoscenza si può lavorare su due obiettivi: abbassare il livello di infiammazione e (non solo "o")  alzare il "livello di soglia".
Abbassare l'infiammazione è possibile riportando ad esempio sotto controllo le intolleranze (ne ho parlato nel mio articolo del 24 Aprile 2013): significa rientrare nella tolleranza persa verso ciò cui siamo diventati intolleranti.
Alzare il livello di soglia significa supportare il nostro organismo nelle mancanze costituzionali che determinano un certo tipo di livello di soglia: questo è possibile con gli Oligoelementi, quegli elementi essenziali di cui il nostro corpo ha bisogno in quantità infinitesimali perchè tutte le sue funzionalità possano sussistere. Per il sistema immunitario sono necessari il Managnese, il Litio, il Rame e lo Zinco.
Ci tengo a rammentare che in Naturopatia, dove l'analisi costituzionale è di fondamentale importanza per capire lo status della persona, si può determinare la Diatesi costituzionale mediante un'analisi Iridologica: la Diatesi 1 è anche detta Allergica o Iperreattiva. Il sistema immunitario di queste persone è considerato molto, e anche troppo, reattivo. L'Oligoelemento che il Naturopata ritiene necessario per la Diatesi Allergica è il Manganese che svolge la funzione di modulatore dell'iperreattività del soggetto.
Oltre a queste due importanti azioni di intervento, io ritengo che sia determinante anche un lavoro di salvaguardia e vigilanza a livello della mucosa intestinale; guarda caso anche in Allergologia si parla adesso di problemi allergici legati alla "permeabilità della mucosa intestinale" e alla "salvaguardia dell'Eubiosi" (lo stato di equilibrio e salute della flora batterica intestinale) che ha un ruolo fondamentale nella funzione immunitaria (e ritorniamo anche qui ad alcuni pilastri fondamentali del Metodo Kousmine e del metodo di guarigione di cui parlo nel mio libro "Come sono guarito dalla Psoriasi". Tutto torna!
Naturalmente tutto ciò non deve essere interpretato come sostitutivo di eventuali supporti farmacologici che il vostro medico allergologo potrebbe prescrivere per tenere sotto controllo la reattività temporanea che si manifesta con le reazioni allergiche (queste infatti possono essere anche gravi, quindi non va sottovalutato il supporto farmacologico nei casi in cui è ritenuto necessario). Tuttavia alcuni allergologi si avvalgono anche di specifici rimedi Fitoterapici a supporto di queste sintomatologie (Ribes Nigrum Gemmoderivato).
Tutto il lavoro di cui sopra può essere portato avanti in modo complementare in attesa che una eventuale situazione sintomatologica allergica venga riportata sotto controllo, con la certezza che il malato allergico non sia più da considerare un malato cronico.



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mercoledì 24 aprile 2013

Psoriasi: un passo verso la guarigione liberandosi dalle Intolleranze e dalle loro cause.

Nel mio articolo di ieri ho introdotto il tema delle intolleranze come possibile elemento di scatenamento della Psoriasi; ho cercato di spiegare cosa sono le Intolleranze e qual'è il metodo analitico diretto più avanzato ad oggi ed ho fornito un contatto per poter accedere ai laboratori o professionisti che applicano l'ALCAT nelle vicinanze della tua residenza.
Per proseguire con questo argomento vorrei descrivere qui come normalmente si affronta la reintroduzione dell'alimento o gli alimenti cui si è risultati intolleranti, con l'obiettivo ultimo di ristabilire la tolleranza verso gli alimenti stessi.
Innanzitutto dobbiamo dire che se l'intolleranza rilevata non è solo verso un "alimento"specifico testato con qualunque metodo, si deve invece tenere presente che in realtà si è intolleranti verso una serie anche ampia di alimenti: ad esempio se si risulta allergici al Latte, si deve tenere presente che in realtà l'intolleranza è verso tutto un gruppo di alimenti che possono contenere il Latte e suoi componenti, quindi latticini, formaggi, dolci, prosciutto cotto e salumi insaccati (che contengono lattosio), dolci industriali, cioccolato, .....
Il laboratorio presso cui si esegue il test diagnostico in genere dovrebbe prendersi la responsabilità di dare anche i consigli più idonei per il recupero della tolleranza verso gli alimenti cui si è risultati intolleranti; i metodi per ottenere il risultato finale sono diversi perchè nel tempo anche la terapia di recupero è stata modificata in funzione delle conoscenze sviluppate nell'ambito della scienza allergologica.

Il primo metodo, per molti anni applicato ai pazienti intolleranti, è stato quello di "precrivere" l'eliminazione dalla dieta di tutti gli alimenti cui si è risultati intolleranti (compresi tutti gli alimenti correlati e appartenenti al gruppo o famiglia di alimenti che li contengono) per un periodo più o meno lungo (2-3 mesi) per poi reintrodurli gradualmente con un'opportuna tempistica di consumo settimanale consigliando il paziente di non arrivare comunque mai ad un'assunzione troppo frequente, sicuramente lontano dalla quotidianeità. Spesso questo ha portato a considerare questo metodo una sorta di isolamento anche sociale, tenuto conto che molte persone si sentono come "escluse" quando non possono vivere i moment conviviali dei bei pranzi con gli amici. L'eperienza ha anche dimostrato che molti pazienti dopo un lungo periodo di eliminazione non rispondevano più ad un recupero della tolleranza verso l'alimento incriminato ed anzi si riscontrano con questo metodo, casi di reazioni allergiche (IgE mediate) verso l'alimento stesso; l'anomala condizione di reattività sarebbe dovuta alla perdita di tolleranza dovuta alla cessazione di assunzione per un periodo troppo lungo ed alla reintroduzione dell'alimento non tollerato, ritenuto ormai estraneo. Tra l'altro, in caso di "falsi positivi" c'è il pericolo di perdere la tolleranza verso alimenti cui in realtà non si è affatto intolleranti.
Ecco dunque un motivo molto importante per cui occorre utilizzare un Test di Intolleranze che sia efficace e non dia "falsi positivi" che possono mettere in una situazione ambigua e a volte difficoltosa anche se non esisteva intolleranza.
Il secondo metodo, che fondamentalmente è l'evoluzione esperienziale del precedente, è la cosiddetta "Dieta a Rotazione": questo significa che non dobbiamo fare a meno per lungo tempo degli alimenti cui siamo intolleranti, perchè per eliminare le tossine prodotte dal contatto con l'alimento, bastano 3 giorni. In questi 3 giorni vanno evitati assolutamente tutti i cibi non tollerati e tutti quelli che li contengono (seguire attentamente le liste di alimenti che vengono fornite in genere dai laboratori in cui si è affettua il test di intolleranza). Nei giorni diversi dai 3 di astinenza, i pasti sono liberi. L'alternanza dei giorni di "pulizia" e di quelli a "pasti liberi", permette all'organismo di recuperare la tolleranza, ripercorrendo quello che abbiamo già vissuto durante lo svezzamento quando eravamo infanti.
In pratica, occorre per prima cosa porre attenzione al fatto che le giornate da considerare non sono di 24 ore ma sono le "giornate alimentari" fatte di colazione, merende, pranzo e cena. Dopo il giorno di "libertà" i 3 giorni successivi sono di restrizione, poi si ripete il giorno di libertà ed i 3 giorni di restrizione per un periodo variabile da poche settimane a 2-3 mesi. Oltre questo tempo si tende ad intensificare la frequenza di "libertà" ed il regime di alternanza potrebbe essere il seguente: 1 giorno infrasettimanale (ad esempio il mercoledì) ed il week end a dieta libera; monitorando nel tempo se non ci sono reazioni importanti questo potrebbe essere lo schema da seguire per altri 2-3 mesi, per poi intensificare ulteriormente ad 1 solo giorno di restrizione rispetto al resto della settimana di libertà. Sarebbe opportuno che questo periodo di "svezzamento" venisse seguito da una persona competente che sappia leggere gli eventuali segnali di malfunzionamento del recupero della tolleranza: medici, nutrizionisti e naturopati, esperti nell'argomento, possono seguire adeguatamente il soggetto intollerante al recupero della tolleranza e ricondurlo ad una vita normale.
Nel caso del soggetto Psoriasico questo processo porta spesso ad ottenere quel barlume di speranza di guarigione che semplicemente il nome del disturbo "Psoriasi" ha fatto perdere fin dal momento in cui gli è stato diagnosticata.

Anche l'Intolleranza va vista comunque come un segnale, un sintomo, che qualcosa non sta funzionando correttamente nell'organismo ed il mio punto di vista, rispetto a questa considerazione, è che il processo di ripristino della tolleranza deve essere accompagnato da un'analisi più profonda, cioè dal capire qual'è la causa vera dell'Intolleranza; scoprire questo "perchè", e risolverlo, è un ulteriore passo necessario verso un riequilibrio totale e ripristino della salute anche per il soggetto Psoriasico. Come la Naturopatia insegna,  occorre sempre risolvere la vera Causa di ogni sintomo, quella che sta più a monte di tutti i disturbi: abbiamo visto che le Intolleranze sono la causa di moltissimi sintomi, i più disparati e diffusi che si possa immaginare, ma adesso possiamo pensare all'Intolleranza come un sintomo di una causa ancora più a monte, ed è quest'ultima o forse una ancora più a monte, di cui ci dobbiamo occupare per liberarci di tutto.

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martedì 23 aprile 2013

Psoriasi: eliminare le intolleranze è un ottimo passo verso la guarigione.

Eliminare le Intolleranze alimentari è un ottimo passo per iniziare un cammino di guarigione naturale contro la Psoriasi. I dermatologi non sanno qual'è la vera genesi della Psoriasi, ma la curano con varie tipologie di farmaci, topici o sistemici che siano, e ovviamente non risolvono il problema. Ridono quando gli si dice che vorresti intraprendere un percorso di cura con metodi naturali perchè, pur non sapendo cos'è la Psoriasi (a parte il solito Bla Bla che si trova ovunque e che conclude sempre con un " ad oggi la Psoriasi non è guaribile. Ed è sempre oggi!) tentano di sopprimere i sintomi pur sapendo che è una lotta persa.
Gli allergologi invece, (quelli di un certo livello), sanno che i sintomi Psoriasici possono essere scatenati da quella situazione di infiammazione cronica che è tipica delle intolleranze alimentari. Quando vengono elencati gli inumerevoli sintomi legati alle intolleranze alimentari non manca di vedere nella lista anche la Psoriasi.
Allora mi domando: perchè i dermatologi (forse non tutti) di fronte ad un nuovo (ma anche vecchio) paziente psoriasico non tentano subito qualcosa di intelligente come far fare un test delle Intolleranze? Già, loro devono curare la pelle, le Intolleranze cosa centrano?
Noi invece facciamo qualche considerazione e anche un po' di chiarezza sulle Intolleranze.
Cosa sono? Come si possono diagnosticare con un buon grado di sicurezza?
Vediamo subito Cosa sono le Intolleranze? Ormai l'Allergologia le considera delle "allergie ritardate", una sorta di avvelenamento cronico che subdolamente crea uno stato di infiammazione, nel nostro corpo, che in genere non si manifesta con una reazione immediata e visibile come quella di una reazione allergica. Il meccanismo infiammatorio che è alla base delle Intolleranze non è, come nelle allergie, un meccanismo mediato dalle IgE (le immunoglobuline E, gli anticorpi che il nostro corpo ha creato verso uno specifico allergene) e dai Mastociti (cellule del sistema immunitario) che, una volta stimolati dalle IgE, scatenano la reazione allergica spargendo Istamina nel nostro corpo e dando origine ad una serie di meccanismi infiammatori che possono condurre anche al decesso (reazione estrema dello shok anafilattico che non viene fermato in tempo). Le reazioni legate alle intolleranze sono reazioni più lente che si manifestano dopo ore o addirittura giorni (fino a 3) dopo l'assunzione dell'alimento (contro i "minuti" delle reazioni allergiche) e sono dovute all'intervento di altri anticorpi e altre cellule, diverse da quelle dette sopra; a volte è necessaria una ripetuta introduzione del o degli alimenti cui si è intolleranti per più giorni successivi prima che compaiono i sntomi, e quasi sempre questi sintomi non vengono collegati all'ingestione di quell'alimento; questo perchè i sintomi dell'intolleranza sono il frutto di uno stimolo immunologico di entità ridotta ma protratto nel tempo.
Il numero di sintomi legati alle intolleranze è veramente elevato; sono sintomi a carico di diversi apparati e sistemi come l'Apparato gastrointestinale, il Sistema Respiratorio, la Cute (fra cui appunto la sintomatologia Psoriasica), il Sistema Nervoso, l'Apparato Genito-Urinario, il Sistema Muscolare e Articolare, il Metabolismo (diabete e obesità) e Altre varie sintomatologie legate un po' a tutti gli organi, compreso il cuore.
Per diagnosticare la presenza di Intolleranze vi sono numerose possibilità grazie ai Test messi a punto negli anni.

L'ultimo, per precisione e affidabilità è l'ALCAT test (Antigen Leucocyte Cellular Antibody Test) , una evoluzione del Test Citotossico, un test che si esegue direttamente sul sangue messo a confronto con una serie di sostanze alimentari: in questo caso un analista osservatore stabiliva il rigonfiamento dei Granulociti del sangue con l'aiuto di un microscopio. L'evoluzione scientifica dell'ALCAT test sta nell'applicazione di un'osservazione elettronica del rigonfiamento di Granulociti e Piastrine opportunamente selezionati (mentre il test Citotossico viene eseguito sul sangue intero); gli alimenti che vi vengono posti a contatto sono sottoforma di solidi gelificati (rispetto ad antigeni solubilizzati del test Citotossico) con una preparazione scientificamente consistente e sicura. Ciò fa dell'ALCAT test il metodo più avanzato per la diagnosi diretta delle Intolleranze. La buona notiziaa finale è anche con l'ALCAT si possono evitare i numerosi falsi positivi che affliggevano i vecchi test.
Purtroppo non essendo un metodo convenzionato col Sistema Sanitario Nazionale deve essere pagato interamente dal paziente; pur considerando che il costo è relativamente alto (250-300 euro), non ritengo che sia opportuno sottrarsi dall'eseguirlo per rilevare eventuali Intolleranze, tenuto conto che si possono ottenere benefici immediati già dopo aver "rimosso" le Intolleranze agli alimenti positivi al test.
Per trovare un laboratorio vicino a te che segue l'ALCAT Test, puoi seguire le indicazioni che trovi in questo sito: trovi un numero di telefono dove potrai avere le informazioni necessarie sui laboratori più vicini che lo eseguono.
Come si possono rimuovere eventuali intolleranze? Riprendiamo l'argomento nel prossimo articolo, ci sono novità anche qui.

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venerdì 19 aprile 2013

Psoriasi: dalla medicina Ayurvedica un ulteriore conferma a supporto del mio metodo di guarigione.

Ho scoperto in questi giorni questo sito indiano che parla di metodo di cura Ayurvedico della Psoriasi; magari già lo conoscete, ma a me ha fatto riflettere ancora una volta e ogni volta mi stupisco come in tre continenti (a questo punto) diversi si sia giunti alle stesse conclusioni o comunque ad approcci terapeutici naturali molto simili e che focalizzano l'attenzione e il percorso di cura su aspetti molto simili o addirittura identici. E' scritto in inglese e per fortuna me la cavo nel leggere e capire anche l'Inglese Indiano (che è molto meglio dell'Inglese Italiano).
Vi riporto brevemente alcuni punti essenziali, e senza tradurre tutto, del contenuto della pagina che mi hanno colpito di più e che secondo me mette in evidenza gli aspetti più importanti dei metodi di cura naturali che hanno effetto su questo disturbo.
Nella Pagina relativa alla Psoriasi si fa una introduzione classica di cos'è la Psoriasi e da cos'è causata, ma questo è il punto di vista generico ed attuale che tutti scriverebbero sull'argomento; anch'io nel mio libro Come sono guarito dalla Psoriasi l'ho fatto ma mentre lo scrivevo non ci credevo, riportavo semplicemente ciò che "si pensa che sia" la Psoriasi, ma quello che è in realtà è tutt'altra cosa.
Si arriva però immediatamente al punto di vista della Medicina Ayurvedica e dice appunto che la visione Ayurveda della Psoriasi è che sia un disturbo causato dalla combinazione di cattive abitudini alimentari e stress (si comincia benissimo, grande approccio, vero? io credo di si).

giovedì 18 aprile 2013

Il Soffritto con l'Olio? NO GRAZIE! L'alternativa c'è.

Il Soffritto in cucina si può fare senza Olio?
Come ho già avuto modo di rilevare più volte nei miei articoli, gli oli non vanno scaldati: se penso che li vado a cercare apposta spremuti a freddo e biologici per acquistarli e poter usufruire delle proprietà nutritive eccezionali che questi alimenti hanno in sè (abbiamo parlato di acidi grassi polinsaturi, Omega 3, 6, vai a cercare gli articoli nell'archivio, ce ne sono di molto interessanti), non cadrò sicuramente nell'errore di metterli in padella; le proprietà nutritivie più importanti si perderanno appena la temperatura dell'olio supererà i 40°C (ci vuole un attimo!) e gli acidi grassi insaturi non sono più assorbibili, vale a dire che l'olio è morto.
Una volta superati i 40°C la temperatura salirà repentinamente e senza pietà per tutto quello che c'è in padella: olio e cipolla, il minimo indispensabile per un soffritto che dà inizio magari ad una straordinaria preparazione culinaria, sono comuni ingredienti per questa base ma ci potrebbe essere dell'altro come sedano, carota e altro.
E' vero che l'Olio di Oliva ExtraVergine è l'Olio che meglio sopporta la frittura, e le fonti che ne parlano sono numerose: persino il Ministero della sanità lo considera l'olio alimentare più stabile. Ma i dati realtivi al "punto di fumo", cioè alla temperatura oltre la quale l'olio inizia la sua decomposizione, sono contrastanti e non si sa a chi dar retta; giustamente come si legge in Wikipedia forse le informazioni sull'usabilità degli oli per friggere sono guidate più da motivi di marketing che altro e pochi sapranno distinguere l'informazione truffaldina rispetto alla realtà.
La cosa più importante però è che la decomposizione degli oli comporta la formazione di prodotti tossici fra cui l'acroleina, sostanza tossica e accertata cancerogena, ma anche i cattivi e dannosissimi grassi "trans", sicuri responsabili della maggior parte delle malattie del sistema cardiovascolare.

mercoledì 17 aprile 2013

Psoriasi: Attenti agli SPOT !!!! e STOP!!! alle campagne trappola!

Sono sempre "affascinato" da quanto le associazioni dermatologiche e associazioni dei malati di Psoriasi si prestino per aiutare i malati ad avvicinarsi all'associazione; con quanta azione caritatevole hanno intenzione di aiutare i malati!
Non voglio dire molto perchè basta andare nei vari siti delle associazioni, leggere qua e là i contenuti e ti accorgi che la pappa è sempre quella: siamo qui, siamo là, vogliamo farvi star bene, i notri dermatologi, i vostri guai, convivere con la Psoriasi, di Psoriasi non si guarisce ancora ma con il tuo aiuto ce la faremo, collabora con noi, vieni anche tu a far parte della nostra associazione, lottiamo insieme per i malati di Psoriasi, e bla, bla, bla; non da ultimo quando arriva la primavera danno enfasi a qualche iniziativa del "bip" (ho tolto la parolaccia perchè non sta bene) fatta per tirar soldi, magari vendendo fiori, arance o mele (ovviamente non Biologiche) e ti danno il codice fiscale per dare il tuo 5 PER MILLE all'associazione. Poi forse ti mandano la rivista con tanta pubblicità di farmaci antipsoriasi, centri termali, e bla e bla e bal (non è un errore!) e chiedono soldi per mantenere anche la rivista, e prendono soldi per metterci la pubblicità della Leo-Pharma.
Sono ottusi? ... o forse più acuti di quanto non si creda? non parlo di geometria ma di cervello!

lunedì 15 aprile 2013

Allergia: malattia o segnale di allarme?

Passato il lungo inverno è finalmente tempo di primavera, ma non tutti ne sono contenti fino in fondo. Quanti non hanno un amico o un parente che non deve combattere con un allergia, soprattutto quando i pollini cominciano a occupare gli spazi aperti e finiscono a contatto con le mucose?
Ma soprattutto quanti hanno ancora un'immunità tale da non dover correre nell'armadietto di casa per recuperare i soliti farmaci che da anni non si possono far mancare?
Si sa, le allergie stanno prendendo il sopravvento sulla popolazione e ancora non riusciamo (o facciamo finta di non riuscirci) a dare un motivo vero a questa realtà.
Se partiamo da un presupposto indiscutibile, e cioè che ogni essere vivente nasce per poter vivere nel luogo e nell'ambiente a lui destinato (per ora questo pianeta), si deve accettare che tutto è stato predisposto perchè il suo corpo sia compatibile con l'ambiente in cui vive. Nella parola ambiente si dovrebbe leggere molto di più rispetto a ciò che sembra: grossolanamente, tutto quello che sta fuori, al confine con la nostra pelle, tutto quello che sta dentro il canale digestivo (dalla bocca all'ano) e il lume respiratorio (dalla bocca e naso agli alveoli polmonari), tutto ciò è ambiente, abitato da esseri viventi mono e pluricellulari, particelle inerti, e particelle altrettanto vive che potenzialmente rappresentano una fonte di vita, come i pollini.

domenica 14 aprile 2013

Come preparare la Crema Budwig: il video

Avete letto gli articoli precedenti sulla composizione e preparazione della Crema Budwig?

La serie di articoli che ho già pubblicato li potete trovare ai seguenti link:
La Crema Budwig: il componente Base
La Crema Budwig: Oli di semi spremuti a freddo (Vitamina F)
La Crema Budwig: il Limone, la Banana o il Miele
La Crema Budwig: i Cereali
La Crema Budwig: i Semi oleosi e la Frutta

Allora andate direttamente a vedere il video: ho preparato la Crema Budwig in meno di 10 minuti per dimostrare che chi si barrica dietro alla scusa di "non avere abbastanza tempo" al mattino, non ha più scampo perchè la scusa non regge più. 10 minuti di preparazione e 5 minuti per riassettare la cucina sono un tempo ragionevole per non perdere i benefici di questa colazione per la salute.

Per la preparazione della Crema, che vedrete nel video, ho utilizzato i seguenti componenti:
Base: 2 cucchiai di Yofu (yogurt di Soia)
1 cucchiaio di Olio di Semi di Girasole spremuto a freddo
1 Banana matura
1/2 Limone
1 cucchiaio di Semi di Lino
1 cucchiaio di Grano Saraceno
1 Kiwi

Se poi volete estendere questa benefica abitudine anche ad altri componenti della famiglia, vi potete organizzare per fare in modo che, a turno, tutti i componenti preparino la Crema anche per gli altri. Certo, in questo caso occorrerà organizzarsi con un frullatore, si guadagna tempo sulle grosse quantità poichè i componenti (preparati ad hoc come ho già detto) si mettono nel frullatore, si schiaccia un bottone e buon appetito!

Letture consigliate
Salvate il vostro Corpo Salvate il vostro Corpo
Prevenire e guarire le malattie moderne intervenendo sulle abitudini alimentari
Catherine Kousmine

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Come Sono Guarito dalla Psoriasi Come Sono Guarito dalla Psoriasi
La cura che funziona: facile, naturale, economica
Massimo Bianchessi

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La prima colazione della salute La prima colazione della salute
La crema Budwig
Philippe Gaston Besson

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